Appena varcato il cancello dell’Oasi di Ninfa (Biglietti acquistabili qui), ad appena un’ora di strada da Roma, carezze d’acqua e di muschio solleticano i nostri sensi. Sensazioni lievi come i petali appena gualciti in primavera ci cullano in questo posto incantevole, tappa obbligata del Gran tour e salotto letterario di primo piano in cui hanno trovato ispirazione Virginia Wolf, Giuseppe Ungaretti, Gabriele D’Annunzio e persino Truman Capote. Qui, Giorgio Bassani ha avuto l’intuizione per “Il Giardino dei Finzi Contini” e ne ha iniziato la stesura, all’interno dei locali della Dogana, una piccola costruzione tra le rovine raggianti di Ninfa e il gorgoglio festoso dell’acqua.
Il giardino di Ninfa è il giardino più bello del mondo, secondo il New York Times; un luogo dove dietro ogni cespuglio lo scalpiccio di piccoli piedi di fata sembra improvvisamente materializzarsi. Si trova nel Comune di Cisterna Latina, al confine con i comuni di Norma e di Sermoneta.
Tra l’edera, la festa dei rami contro il cielo e i tanti fiori, affiorano le rovine di un antico borgo, ricco e vivace, con mura, torri e un castello.
Come visitarlo
L’ingresso è regolato secondo l’ordine di arrivo nella propria fascia oraria, previa assegnazione sul posto del numero per effettuare il check-in. I bambini con età inferiore ai 12 anni accompagnati, non devono essere indicati al momento della prenotazione.
Arrivati al Giardino è necessario mostrare il biglietto con il qr-code, stampato oppure salvato come immagine nello smartphone.
Sul sito è possibile effettuare la prenotazione e visualizzare il calendario (qui il link). L’ingresso al parco è suddiviso in fasce orarie e regolato esclusivamente da visite guidate. Ogni visita ha la durata di un’ora circa.
Ma qual è la storia di Ninfa?
Fu completamente abbandonato dagli abitanti nel 1382. Da allora, questo posto è animato dal sogno e dalla natura rigogliosa.
Le prime notizie dell’antico borgo risalgono all’epoca romana quando Plinio il Vecchio attribuì l’origine del nome alle ninfe e alla presenza di un santuario a loro dedicato, posto proprio al centro del piccolo lago.
La bellezza del luogo era già allora fonte d’ispirazione per tutti i viandanti.
Dopo la caduta dell’Impero romano e il ridimensionamento dell’importanza della via Appia come regina viarum, le piccole vie interne trovarono nuovi sbocchi, al punto che anche a Ninfa si eresse una piccola dogana. E fu l’inizio della ricchezza del borgo posto entro i confini dello Stato Pontificio.
Ma tensioni di portata più ampia finirono ben presto per coinvolgere anche questo piccolo abitato ubicato all’ombra dei monti Lepini. Sul finire del 1200, infatti, Ninfa era di proprietà della famiglia Colonna. Con l’ascesa al soglio pontificio di Bonifacio VIII, nato Benedetto Caetani, però, i Colonna furono scomunicati e i loro beni furono confiscati.
Il borgo di Ninfa passò nelle mani di Pietro Caetani a partire dal 1300. Nuove opere cambiarono l’aspetto dell’abitato, con la costruzione della torre, l’ampliamento del castello preesistente, la fortificazione delle mura e l’edificazione di due mulini.
Ma questa prosperità ebbe breve durata: nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta da parte delle truppe sostenitrici di Urbano VI, il papa legittimo di Roma, fermo oppositore dell’antipapa (di Avignone) Clemente VII che aveva dato, invece, il suo appoggio ai signorotti locali. La ferocia si aizzò contro la cittadina, rasa al suolo a colpi di piccone, devastata al punto da essere totalmente abbandonata e mai più ricostruita.
Successivamente, la malaria desertificò di ogni presenza umana il borgo che veniva, anno dopo anno, fagocitato dalla vegetazione.
Solo le chiese presenti nell’abitato continuarono ad assolvere una qualche funzione. Ma, lentamente, anche loro furono dimenticate e abbandonate dai contadini delle campagne circostanti.
Quando nasce il Giardino di Ninfa?
La nascita del giardino di Ninfa come lo conosciamo oggi è da ascrivere alla famiglia Caetani nella seconda metà del 1800, quando Ada Bootle Wilbraham, inglese e moglie di Onoraro Caetani, ricreò un giardino inglese occupandosi della bonifica della zona e piantando faggi, cipressi, lecci e rose a profusione. Piante e fiori si riprendevano il loro spazio, appena sostenute nella loro crescita da questa donna esperta botanica e amante del bello. La sua opera si protrasse ancora con Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, negli anni Trenta del Novecento che volle fare del Giardino di Ninfa un rifugio per gli artisti e per la mente, divenendo meta di letterati provenienti da ogni parte del mondo.
Il Giardino di Ninfa rifioriva in tutti i modi possibili anche grazie all’impegno della giovane Leila Caetani: esteta e pittrice, volle imprimere il senso del bello che ricreava nelle sue tele all’interno di questo spazio verde, dando ali ai suoi sogni, ma lo fece – ancora una volta – assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti. Proprio a questa donna si deve, nel 1972, l’istituzione della Fondazione Roffredo Caetani nata proprio per tutelare il giardino e mantenerlo vivo e raggiante.
Un sogno fiabesco per tutte le future generazioni.