Nell’agosto 1897, un reciproco scambio di provocazioni consumato sui giornali italiani e francesi culminò con uno scherzo geniale. Dopo la guerra d’Abissinia, il campione di scherma Albert Thomegueux pubblicò sulle colonne del giornale La Patrie una lettera in cui sfidava qualunque italiano a duello. Il giornalista Eugenio Rubichi decise così di andare all’ufficio postale di piazza San Silvestro e mandare all’arrogante Thomegueux un telegramma in cui accettava la sfida, firmato dal “Generale Mannaggia La Rocca”. Il francese ci cascò in pieno e subito rispose invitando il Generale allo scontro a Parigi.
Mentre in Francia si preparava l’evento con enfasi, a Roma ci si contorceva dalle risate. Tutti qui sapevano benissimo chi fosse realmente il Generale La Rocca. Era un povero straccivendolo, Luigi Guidi, che abitava in una topaia in via Vecchiarelli e aveva un banco a Campo de’ Fiori. Ogni anno a Carnevale appariva su via del Corso vestito in alta uniforme, serissimo, tutto d’un pezzo, a cavalcioni di un asino e incedeva seguito da un esercito di straccioni vestiti con uniformi variopinte e rattoppate. Sfilava da piazza del Popolo a piazza Venezia tra la folla che lo apostrofava, e recitava, tra battute e ammiccamenti, i suoi sproloqui, con gran seguito di popolo, che sfogava la propria rabbia contro il potere, contro la guerra d’Africa e la politica coloniale del governo.
E Thomegueux? Quando anche in Francia scoprirono la vera identità del Generale Mannaggia La Rocca la sua reputazione fu distrutta e finì coperto da un’ondata di ridicolo.
(a cura di Gianluigi Spinaci)