Il Babuino, che dà il nome all’omonima via, rappresenta un Sileno disteso sul fianco di una fontana. L’appellativo Babuino è stato a lui attribuito dal popolo romano a causa dell’evidente bruttezza della statua. Sebbene il Babuino venisse preso in giro dal popolo, furono poi gli stessi cittadini a lottare per far sì che venisse risistemato al suo posto quando nel 1877 fu smembrato.
Ad osservarlo, si deve ammettere che è una statua alquanto grottesca. A contribuire alla sua fama intervenne anche il Cardinale Dezza, che era solito togliere il cappello ad ogni suo passaggio per non correre il pericolo di scambiare un babuino per un santo.
Sin da subito il Babuino entrò in competizione con Pasquino, tanto che le invettive appese al suo collo prendono il nome di ‘’babuinate’’ e non pasquinate come per Pasquino e le altre statue parlanti. Ovviamente, come per le altre statue parlanti, erano popolani romani che scrivevano motti satirici su carta o cartone e le affiggevano al collo delle statue. Solitamente per fare satura contro il potere papalino.
Invidioso della fama e del successo di Pasquino un giorno il Babuino sentenziò: “Dunque vi andrà per la città latina sempre Pasquin Pasquino trionfante, in sala decantato et in cucina, come se Babuin fosse un birbante e non havesse anch’ei presso le sponde del fonte caballin sfidato Dante. S’interroga Pasquin, Pasquino risponde. Altri lo fan zelante, altri profeta e il nome suo quello d’ogni altro asconde…”. Ma non riuscì mai ad ostacolare il successo di Pasquino, che risponderebbe probabilmente al Babuino: “Gli autori della satira fur tre: la penna d’oca, il calamaio e me!”.
(Giulia Torrisi)