Marconi ha un aspetto moderno, tutto palazzi, negozi e vecchie strutture industriali dismesse. Ma il quartiere dell’ex Mira Lanza e dei Mulini Biondi ha anche un volto antico. Ci sono luoghi quasi sconosciuti nascosti tra le pieghe del territorio. Con questo itinerario andremo alla loro scoperta.
L’antica darsena di Pietra Papa
Lungo l’ansa del Tevere, in corrispondenza dell’odierno lungotevere di Pietra Papa, c’è un’area archeologica sepolta dal tempo. Al di sotto del terreno, giacciono le strutture di un antico porto fluviale, attivo a partire dal I secolo a.C. Qui, probabilmente, si fermano le imbarcazioni che attendono di entrare nell’Emporium di Testaccio. È un caso fortuito a riportare alla luce questo luogo. Nel 1915, infatti, dopo una violenta piena, il fiume Tevere si ritira, mostrando quel che il fango ha nascosto per secoli.
La mansio di Pozzo Pantaleo
All’incrocio tra via Quirino Majorana e via Portuense, un prato incolto cela agli occhi dei passanti un frammento del passato di Marconi. Qui, nella località nota come Pozzo Pantaleo, si rintraccia il bivio tra due importanti direttrici: l’antica Portuense e la via Campana, che conduceva verso le coste e le saline. Sulle sue pietre si vede ancora il segno lasciato dalle ruote dei carri in transito. Questo è un crocevia fondamentale, un punto di snodo frequentato da viaggiatori e mercanti. Per questo, nel corso dei secoli, nasce una mansio cioè una struttura adibita al ricovero dei viandanti stanchi, che qui trovano un letto e un pasto caldo.
Il Vicus Alexandri
Nell’area del Forte Ostiense, alle pendici della collinetta su cui sorge la struttura militare, permane la memoria di un piccolo villaggio fluviale. È il Vicus Alexandri, un sobborgo nato intorno a un porticciolo sul Tevere, molto frequentato da marinai e mercanti provenienti da Alessandria d’Egitto. La sua esistenza ci è testimoniata da ricerche e scavi, che hanno portato alla luce parti dell’abitato.
La corte di Cleopatra
Per restare in tema egizio, ci si sposta dall’altra parte del quartiere, al confine con Trastevere. Per l’esattezza, camminiamo fino a via degli Orti di Cesare. Una targa stradale che racconta un tempo ormai perduto, quando su questa sponda del fiume si allargava la vasta proprietà di Caio Giulio Cesare. Un terreno spoglio, dove il condottiero teneva al pascolo la sua mandria sacra. Ma che, nel 46 a.C., si trasformò completamente per accogliere un’ospite d’eccezione: Cleopatra. La Regina d’Egitto fece costruire un grande palazzo, dove si stanziò insieme alla sua corte.
La tomba dell’Airone
La storia di Marconi si riscopre anche scendendo nel sottosuolo. Tutto il territorio del quartiere è costellato di antiche tombe nascoste alla vista. Ce n’è una, però, che può essere visitata. Si tratta della Tomba dell’Airone, accessibile da un garage condominiale in via Giuseppe Ravizza 12. Il nome con cui è nota si deve al soggetto di uno degli splendidi affreschi che decorano le pareti del sepolcro, risalente al II secolo d.C.
(Sara Fabrizi)