Sogni un tour diverso dal solito che ti racconti storie e che ti faccia provare anche qualche brivido di paura? Noi di WayGlo ti proponiamo un tour sulle tracce delle “fantasme” romane più famose, da Piazza di Spagna al Lungotevere, fino al Piazza del Popolo e Castel Santangelo. Conosceremo le protagoniste di vicende entusiasmanti, romantiche o raccapriccianti che ci mostreranno il volto più magico, esoterico e nascosto della Città Eterna. Partiamo insieme come novelli ghostbusters alla ricerca degli ectoplasmi al femminile di Roma, tra sogni ed incubi.
“Arriva silenzioso con passo lieve e non lascia tracce neanche sulla neve”. .. sono i versi di una vecchia filastrocca che ci faceva accaponare la pelle quando eravamo bambini perché apriva il momento delle narrazioni più inquietanti della nostra infanzia: quelle che parlavano di fantasmi.
Roma è una città travolgente, in cui esoterismo, religione, magia, cabala e scienza si fondano insieme da oltre 2000 anni. Le sue meraviglie ci appaiono davanti agli occhi fiere e prepotenti ad ogni passeggiata. Ma, per una volta, rallentiamo e prendiamoci il tempo necessario a sbirciare dietro alle finestre o agli angoli bui delle strade: potrebbe sorprenderci la voce di qualche spirito. O, meglio dello spirito di una donna che fu.
Un monito, un consiglio o una semplice burla da parte di chi non c’è più, con l’illusione di aprire un’impossibile botola attraverso i mondi.
Partiamo sulle tracce delle “fantasme” più iconiche della Capitale. Probabilmente, non le troveremo, ma il desiderio dell’inspiegabile e dell’imponderabile, in qualche modo, ci traghetterà in un altrove di nuove alchimie.
Ma quali sono le “fantasme” più famose di Roma? Eccone alcune:
- Il fantasma di Messalina al Pincio
- Il fantasma di Beatrice Cenci su Ponte Sant’Angelo
- Il fantasma di Costanza Conti de Cupis a Piazza Navona
- Il fantasma della “Pimpaccia” a Ponte Sisto
- Le” fantasme” di oggi a Roma
IL FANTASMA DI MESSALINA CHE VAGA TRA IL PINCIO E IL COLOSSEO
L’ombra eterea di una donna, avvolta in una veste bianca, si muove fluttuando nell’aria con i gioielli che le ricoprono le braccia lattee. Ha un diadema tra i capelli. Alcuni giurano di averla vista con occhi terribili che avvampano per la collera a causa di un antichissimo misfatto subito; altri, invece, raccontano di averla scorta afflitta e inconsolabile al Pincio, dove una volta sorgevano gli Horti Luculliani, presso Villa Medici. Si tratta del fantasma di Valeria Messalina. Proprio lì, nei bei giardini dell’Accademia dei Francesi, fu uccisa.
Messalina era una donna dalla bellezza leggendaria, figlia del console Marco Valerio Messalla Barbato costretta da Caligola, appena quattordicenne, a sposare il futuro imperatore Claudio, un vecchio orrendo agli occhi della giovane sposa che si vendicò tradendo l’uomo più potente dell’Impero con moltissime uomini, consumando le sue relazioni estraconiugali – si dice – anche all’interno dei bordelli della città. Spietata, arrogante, trasgressiva e maledettamente infelice, Messalina fu uccisa a soli 23 anni da un tribuno militare. Ma il suo fantasma si aggira ancora sul luogo del delitto e, talvolta, si ferma ad ammirare anche la mole del Colosseo.
IL FANTASMA DI BEATRICE CENCI SUL PONTE DI CASTEL SANT’ANGELO
Il Ponte di Castel Sant’Angelo ha un fascino straordinario e ricorda, a detta di molti, il lunare Ponte Carlo a Praga sulla cui lunghezza si affollano leggende di spiriti acquattati dietro alle statue. Anche Ponte Sant’Angelo, del resto, vanta con il cugino mitteleuropeo molte storie e i fantasmi – sembra – si divertono ancora ad attraversarlo specie nelle notti più scure, quando finalmente l’abituale folla di turisti, amanti e curiosi si dirada.
Il più famoso ectoplasma “locale” è quello della sfortunata Beatrice Cenci, musa – fra gli altri – di Guido Reni e di Stendhal: è passata alla storia per essere una parricida e per aver accettato la condanna a morte con una fierezza indomabile.
Beatrice Cenci uccise il padre, il degenerato conte Francesco Cenci. Quest’uomo crudele e lascivo, infatti, usava ogni tipo di nefandezza contro le figlie e la moglie, arrivando persino a reiterare l’incesto. Nessuno a Roma lo amava ma pochi avevano il coraggio di mettersi contro di lui.
Quando nel 1595, Beatrice fu rinchiusa con la matrigna, Lucrezia, nel castello di Petrella Salto, vicino a Rieti, la tragedia sta per esplodere. Le due donne, con la complicità dei fratelli Giacomo e Bernardo, del castellano Olimpio Calvetti e del maniscalco Marzio da Fioran, tramarono per uccidere Francesco Cenci. Il resto è furore, odio e violenza. Dopo aver stordito il conte con l’oppio, Marzio gli spezzò le gambe con un matterello e Olimpio lo finì colpendolo al cranio e alla gola con un chiodo e un martello. Quando il corpo fu ritrovato non ci volle molto per condannare a morte gli artefici, con un’esecuzione che ebbe luogo all’alba dell’11 settembre 1599. Da allora, nella notte tra il 10 e l’11 settembre, c’è chi giura di vedere il fantasma di Beatrice cammina con fierezza lungo ponte Sant’Angelo.
Tra le mani regge la propria testa.
IL FANTASMA DI COSTANZA CONTI DE CUPIS A PIAZZA NAVONA
Una piccola mano, perfetta e bianca popolava i sonni dei romani del 1600: è quella di Costanza Conti De Cupis, nobildonna dell’epoca. Si dice che nelle sere di luna piena le dita bianche, lunghe e affusolate appaiano ancora in vicolo dell’Anima, dietro i vetri di una finestrella di Palazzo Tuccimei, edificio che si affaccia, con la parte posteriore, su Piazza Navona.
Costanza Conti De Cupis era una donna avvenente la cui fama era dovuta, però, soprattutto alla perfezione delle mani, giudicate così belle da diventare l’oggetto di un calco realizzato da un artista. La bellezza degli arti di Costanza era sulla bocca di tutti a Roma.
Chiunque voleva ammirarli al punto, racconta la leggenda, da farne quasi oggetto di un culto blasfemo che atterriva i frati. Qualcuno degli uomini di chiesa pare sia arrivato persino a pronunciare queste parole: “Se quella mano è umana, merita di essere tagliata”.
Ma la voce arrivò anche alla giovane Costanza Conti De Cupis che, temendo una qualche maledizione, dispose che il calco fosse distrutto.
Ma non bastò: mentre ricamava, la ragazza si punse un dito. Questa ferita da poco diventò in breve una terribile infezione che si propagò a tutto il corpo e che portò alla cancrena dell’arto che fu amputato. Di questa giovane, secondo la leggenda, non è rimasto che il fantasma della mano perfetta che si mostra ancora, nella sua fulgida bellezza, attraverso i vetri di una finestra.
IL FANTASMA DE LA “PIMPACCIA” A PONTE SISTO
Nella notte del 7 gennaio, quando la luna piena è alta nel cielo, tra Piazza Navona e Ponte Sisto, verso Trastevere corre all’impazzata una carrozza nera carica di oro in fiamme.
Sembra trainata dai demoni e, secondo quanti raccontano alcuni, si ha l’impressione che le porte dell’inferno si aprano sopra il Tevere. La carrozza conduce il fantasma di Donna Olimpia Maidalchini, detta la “Pimpaccia” vissuta tra la fine del 1500 e la prima metà del 1600.
Sposò in seconde nozze Pamphilio Pamphilj e diventò una delle donne più ricche e influenti di Roma quando al soglio pontificio sedeva Innocenzo X . Fu accusata di essere anche la “protettrice” delle prostitute di Roma che in cambio della licenza facevano la spia sui loro clienti più illustri.
Il suo potere crollò inesorabilmente con la morte del Papa. La Pimpaccia cominciò allora a temere per la propria sorte. Scappò con due casse d’oro nascoste sotto il letto papale e un cocchio trainato da quattro possenti cavalli neri.
E LE “FANTASME” DI OGGI A ROMA?
Ancora oggi Roma racconta storia di fantasme. Ce n’è una, in particolare, molto toccante che riguarda la parte a Sud della Capitale, in un punto non meglio precisato a tutela della privacy delle persone interessate.
Secondo i “Ghostbusters” nostrani intervistati dalla testata Romah24 esiste “un fenomeno inspiegabile e commovente” in cui si sente chiaramente la voce di una bambina morta che saluta la mamma… Da lasciare senza fiato. E con le lacrime agli occhi. Leggi qui la notizia