Dal settembre del 1943, Roma è una città prigioniera. Durante i terribili mesi dell’occupazione nazista, in città si sviluppa un forte movimento resistenziale. Il Quadraro, povera borgata della periferia sud-est, diventa presto un punto di riferimento. È qui che bisogna venire per nascondersi. Il console generale tedesco, Eitel Friedrich Moellahusen scriverà che questo è un nido di Vespe. Un nome di cui il quartiere, insignito della Medaglia d’oro al valore civile, oggi ancora si fregia. Ecco, dunque, un breve itinerario sulle orme della Resistenza tra le strade del Quadraro.
Targa ai caduti in via Tuscolana
All’incrocio tra via Tuscolana e via del Quadraro, una grande targa ricorda ai passanti i nomi di uomini e donne caduti nel tentativo di impedire ai tedeschi di occupare Roma. Tra di loro si segnala Anselmo Fadda, detto“Er Fantino” poiché lavorava all’ippodromo di Capannelle. Aveva soltanto 16 anni. Dopo uno scontro a fuoco con il nemico, venne arrestato e poi fucilato nel cortile di casa sua.
Ex Sanatorio Ramazzini
I partigiani spesso trovano rifugio presso il Sanatorio Ramazzini, nato negli anni Venti per la cura della tubercolosi. La struttura sanitaria è il quartier generale di una banda comunista, che aiuta tutti coloro abbiano bisogno di sparire. Basta farli figurare come pazienti dell’istituto, con il benestare del personale medico, che mantiene il più stretto riserbo. L’ormai ex sanatorio Ramazzini esiste ancora oggi, inglobato all’interno della sede della Guardia di Finanza, in via della Batteria di Porta Furba.
Targa in via dei Lentuli 26
In via dei Lentuli, all’altezza del civico 26, si scorge una targa. Racconta la vicenda di cinque eroici giovani impegnati nella lotta partigiana: Goffredo Romagnoli, Leonardo Butticé, Gastone Gori, Gaetano Butera, Adolfo Bonfanti. Il 15 febbraio 1944, compiono un’azione di sabotaggio vicino all’aeroporto di Ciampino. Scoperti, vengono arrestati. L’unico a sottrarsi è Bonfanti, che, però, mesi dopo viene rastrellato e deportato. Egli riuscirà a fuggire, per poi unirsi a una banda partigiana sull’appennino emiliano. Morirà in combattimento. I suoi compagni, invece, saranno vittime del massacro delle Fosse Ardeatine.
Ex cinema Quadraro
Via Tuscolana 796. Dove oggi si vede un palazzone moderno, negli anni Trenta c’è il cinema Quadraro. Un luogo dove si sogna a occhi aperti, che diviene simbolo della grande tragedia del quartiere. Il 17 aprile 1944, i nazifascisti mettono in atto l’Operazione Balena: un gigantesco rastrellamento che coinvolge tutta la popolazione maschile del Quadraro. Gli uomini, strappati alle proprie case, vengono rinchiusi dentro al cinema dove vengono schedati e selezionati. Poi li conducono a Cinecittà, dove è stato allestito un campo di prigionia. In seguito verranno deportati.
Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio
Il viaggio nella memoria della Resistenza al Quadraro si conclude all’interno della chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio. Qui è custodita la memoria di padre Gioacchino Rey, sacerdote di coraggio sconfinato. Quando la borgata viene rastrellata, egli si prodiga in ogni modo per cercare di salvare i prigionieri. Stila persino una lista approssimativa dei deportati, contribuendo a ricostruire la memoria storica di quel terribile evento.