Riapre al pubblico lo splendido Giardino di Ninfa, il monumento naturale di Cisterna di Latina considerato una delle meraviglie laziali, e non solo.
Sul sito è possibile effettuare la prenotazione e visualizzare il calendario (qui il link). L’ingresso al parco è suddiviso in fasce orarie e regolato esclusivamente da visite guidate. Ogni visita ha la durata di un’ora circa.
L’ingresso è regolato secondo l’ordine di arrivo nella propria fascia oraria, previa assegnazione sul posto del numero per effettuare il check-in. I bambini con età inferiore ai 12 anni accompagnati, non devono essere indicati al momento della prenotazione.
Arrivati al Giardino è necessario mostrare il biglietto con il qr-code, stampato oppure salvato come immagine nello smartphone.
LA STORIA
Il nome Ninfa deriva da un tempio di epoca romano costruito nei pressi dell’attuale giardino e dedicato alle divinità delle acque sorgive. Ninfa faceva parte di un più vasto territorio chiamato Campagna e Marittima. Nel VIII secolo entrò a far parte dell’amministrazione pontificia ed ebbe un ruolo strategico per la presenza della via pedemontana che permetteva di recarsi al sud evitando la Via Appia spesso impaludata.
Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare a Ninfa un “giardino delle delizie“: fece realizzare, accanto alla rocca medievale, un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, coltivandovi pregiate varietà di agrumi, fra cui il Citrus Cajetani.
Alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati. Ada Bootle Wilbraham, inglese e moglie di Onoraro Caetani, con due dei suoi sei figli, Gelasio e Roffredo, si occupò di Ninfa creandovi un giardino in stile anglosassone.
Bonificarono le paludi, estirparono gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, fra cui il palazzo baronale (municipio), che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani.
(Per le foto si ringrazia la Fondazione Roffredo Caetani)