Mercoledì 7 dicembre Typimedia Editore tiene il suo primo evento a “Più libri più liberi”. Protagonista il giornalista d’inchiesta Daniele Autieri (inviato di Report e firma di Repubblica) con il suo ultimo lavoro “Marcia nera. Ottobre 1922, i giorni che sconvolsero l’Italia”. Sono trascorsi esattamente cento anni dagli eventi che lasciarono nei cuori e nella storia degli italiani una traccia indelebile. L’autore di illustrare i retroscena, gli aneddoti e i metodi di un racconto inedito e veritiero. L’evento – in programma alle 16.45 nella Sala Sirio del Roma Convention Center “La Nuvola” in viale Asia (Metro B / Eur Fermi) – fa da aprifila ai quattro appuntamenti che Typimedia Editore ha previsto per questa edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria.
A moderare l’incontro, al quale partecipa anche l’editore di Typimedia Luigi Carletti, è Roberta Rei, giornalista e storico volto de “Le Iene”. Il dibattito è inoltre arricchito dal celebre regista televisivo Alberto Negrin, che per il piccolo schermo ha diretto straordinarie serie dedicate ai grandi personaggi del nostro Paese, come “Perlasca – Un eroe italiano”, “Borsellino – I 57 giorni” e “Rita Levi Montalcini”.
Spiega Daniele Autieri: “Cos’è stata realmente la Marcia su Roma? A parte quella foto sbiadita che ritrae Benito Mussolini alla guida dei suoi fedelissimi nelle strade della Capitale, cosa è accaduto in quella manciata di giorni che hanno cambiato l’Italia? Marcia Nera è il tentativo di raccontare quella storia, andando oltre la storia stessa e seguendo le vicende dei protagonisti come se l’intreccio delle loro azioni diventasse un romanzo della vita. Un romanzo tragico che ha segnato i destini di tutti noi e che ancora oggi ci offre spunti per capire il presente”.
“Il libro porta a scoprire gli intrecci, a svelare complicità e strategie – commenta il direttore editoriale di Typimedia, Luigi Carletti – in un crescendo che, con il passare delle ore e dei giorni, vede accelerare le vite dei grandi protagonisti ma anche dei personaggi minori, raccontati proprio per restituire il clima di un Paese in cui si è costretti a contarsi nel momento delle scelte più dolorose. In questo autentico corto circuito narrativo, tra le storie dei grandi protagonisti e le storie di persone normalissime – prosegue Carletti -, risiede la parte più originale e preziosa del lavoro di Autieri. Un racconto diacronico destinato a diventare “il racconto”, vivido e ancora terribilmente attuale, di quei comportamenti e di quegli atteggiamenti frutto perlopiù di arroganza, violenza e opportunismo, e dall’altra parte di orgoglio, di fedeltà ai valori democratici e di vero patriottismo: in una parola, di resistenza”.
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