In occasione della tradizionale fioritura autunnale, il Roseto comunale verrà aperto al pubblico per 15 giorni, da sabato 7 a domenica 22 ottobre. Un’opportunità per cittadini, appassionati e turisti per visitare un giardino unico al mondo per posizione e collezione botanica, composta da circa 1.200 varietà di rose provenienti da tutto il mondo disposte su un’area di 10mila metri quadrati.
“Dopo lo straordinario successo nella scorsa stagione primaverile, con una forte partecipazione di turisti stranieri e un numero record di presenze, anche di scolaresche, riapriamo i cancelli del roseto comunale. Un luogo incantevole, nel cuore della città, con uno splendido panorama e un patrimonio botanico unico, gestito con competenza e dedizione dai nostri tecnici. Sarà l’occasione per i visitatori di fare una bella passeggiata nel verde e apprezzare non solo la ricchezza di biodiversità, ma anche i colori e i profumi autunnali” – spiega l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale Sabrina Alfonsi.
Ingresso libero e gratuito in via di Valle Murcia 6, dalle ore 8.30 alle 18.
IL ROSETO, UN GIARDINO CHE OSPITA PIANTE DA TUTTO IL MONDO
Il Roseto ospita circa 1.200 varietà di rose botaniche, antiche e moderne provenienti da tutto il mondo: dall’Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. Sono presenti specie primordiali, o rose botaniche, che risalgono a 40 milioni di anni fa, molto pregiate e poco conosciute, dimorate insieme alle “rose antiche”, tutte di grande originalità e bellezza.
Il Roseto comunale è diviso in due settori: quello più grande, leggermente inclinato, ospita una straordinaria collezione botanica composta da circa 1.200 varietà di rose, provenienti da tutto il mondo. L’altro settore invece è destinato alle rose che partecipano al concorso internazionale “Premio Roma per le Nuove Varietà”, istituito nel 1933 e giunto alla 81sima edizione, che si svolge ogni anno a maggio, alla presenza di una giuria internazionale.
La passeggiata attraverso il giardino è una continua scoperta di specie rare e sorprendenti, come le famose rose Galliche, le uniche nell’antichità di colore rosso e considerate sacre dai persiani, la rosa Mutabilis il cui fiore in cinque giorni cambia colore 7 volte, lla Omeiensis Pteracantha Lutea, una rosa botanica cinese le cui spine, a forma di ala, nei nuovi rami sono rosse e trasparenti e la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde.
LA STORIA DEL ROSETO DI ROMA
Il Roseto comunale di Roma, unico al mondo per la sua spettacolare posizione, si adagia sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino, appena sopra il Circo Massimo. Di dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di S. Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario.
Fin dal III sec. a.C. il luogo in cui sorge il roseto era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo. Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI sec., divenne, nel 1645, l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero della Comunità. Dal 1934, anno del trasferimento del cimitero ebraico al Verano, l’area, destinata dal piano regolatore generale di Roma a Parco, rimase incolta fino al 1950, quando divenne sede del nuovo roseto comunale dopo che quello antico, che si trovava sul colle Oppio, era andato distrutto nella seconda guerra mondiale.

Il Roseto comunale di Roma
Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele in ricordo della precedente destinazione, e i vialetti che dividono le aiuole nell’area collezione, assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo.
Il giardino segue la pendenza del terreno con una forma ad anfiteatro, un disegno architettonico che vuole mimetizzare la frattura orizzontale costituita da via di valle Murcia, che divide il giardino in due parti. Nell’area più vasta si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Nella parte in basso, più piccola, si trovano i settori dove vengono dimorate le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose che, dal 1933 – anno della prima edizione svoltasi a Colle Oppio – hanno vinto questa prestigiosa manifestazione.