Un giorno, il celebre giornalista Indro Montanelli si accorse di non ricordare più se l’imperatore Claudio veniva prima o dopo di Nerone o viceversa. Volle così andare a ristudiarlo e notò che i libri di storia lo spiegavano, ma talmente male che leggerli diventava assai faticoso. Intestardito, Montanelli si rifece allora agli antichi storici e memorialisti di Roma, constatando che questi autori fornivano un materiale vivo e palpitante di cronaca. Decise così di scriverla lui stesso una “Storia di Roma”, o, per meglio dire, di liberare dalla pesantezza e dall’accademismo delle epoche successive quella già scritta dai vari Cesare, Tacito, Svetonio, Dione Cassio, Plinio il giovane, e via dicendo.
Il successo di pubblico ha dimostrato la grande necessità di questo lavoro, e quanti aspettassero una “Storia di Roma” facile e piacevole da leggere. L’intento principale dell’autore era quello di riuscire a narrare la storia dell’antica Roma anche e soprattutto a un pubblico non accademico e acculturato, in modo che una narrazione storica precisa potesse comunque arrivare ad un numero maggiore possibile di persone.
Lo stesso Montanelli, nell’introduzione per la ristampa del 1988, scrisse: “Non ho scoperto nulla, con questo libro. Esso non pretende di portare “rivelazioni”, nemmeno di dare una interpretazione originale della storia dell’Urbe. Tutto ciò che qui racconto è già stato raccontato. Io spero solo di averlo fatto in maniera più semplice e cordiale, attraverso una serie di ritratti che illuminano i protagonisti in una luce più vera, spogliandoli dei paramenti che fin qui ce li nascondevano”.
(Gianluigi Spinaci)