Questo volume su La Storia di Ostia. Dalla preistoria ai giorni nostri è il quarto della collana di Typimedia dedicata ai quartieri di Roma, dopo quelli su Trieste-Salario, Prati e Montesacro.
Di ognuno di questi libri pubblicati fino a oggi, abbiamo sempre sottolineato le peculiarità e alcuni specialissimi tratti distintivi. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che Roma non sia semplicemente una città bensì – come detto più volte – costituisca da sempre, e sempre di più, la Città delle città: una metropoli i cui quartieri sono – per l’appunto – grandi come capoluoghi e hanno identità, comunità e storie che raccontano realtà spesso molto diverse tra loro.
Se tutto questo è vero, lo è a maggior ragione quando parliamo di Ostia.
Definire Ostia “un quartiere di Roma” rischia infatti di apparire quantomeno riduttivo. Certamente lo è – quartiere e municipio (il decimo) – ma in realtà è molto, molto di più. Intanto, con i suoi 230mila abitanti, Ostia è il quattordicesimo centro più popoloso d’Italia. Proprio così: subito dopo Messina e subito prima di Padova. Poi, è anche (e soprattutto) lo sbocco a mare della Capitale. Sbocco storico attraverso il quale la storia di Roma non è solo passata ma è cominciata. È sulla costa di Ostia che Enea prende terra al termine del suo avventuroso peregrinare per i mari, ed è da lì che tutto ha inizio.
Ostia è terra di frontiera e di conquista.
Conosce invasori e predatori, battaglie sanguinose e turpi episodi, ma anche progetti ambiziosi e imprese epiche con personaggi i cui nomi restano scolpiti nella memoria collettiva.
Questo nostro libro – curato da Sara Fabrizi con il coordinamento editoriale di Simona Dolce e le foto di Giada Patrizi – ripercorre secoli in cui Ostia ha conosciuto tutto, ma proprio tutto, tranne la pace. Ostia è un pezzo di Roma in cui gli uomini hanno sempre combattuto: contro la natura, contro i pericoli che arrivavano dal mare e, soprattutto, contro altri uomini.
Questo lo si potrebbe definire il destino di Ostia. Che dura tuttora, con la lotta che vede contrapposte legalità e malaffare.
Nella bella prefazione di Federica Angeli, coraggiosa giornalista costretta a vivere sotto scorta per le minacce dei clan mafiosi del litorale laziale, c’è tutto l’amore per questa città-quartiere e c’è pure tutto il rimpianto per ciò che sarebbe potuta essere e non è stata. Non ancora, almeno, come scrive Federica suggellando il suo intervento. E questo è anche il nostro augurio: che la conoscenza e la cultura creino consapevolezza, e che sulla consapevolezza si costruisca la rinascita.
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