Quando il 7 agosto del 1951 venne inaugurato il primo pezzo del GRA, il celebratissimo “Grande raccordo anulare che circonda la Capitale”, forse non furono in molti a comprendere quanto quel tratto andasse a impattare disastrosamente con l’Appia, una delle strade più antiche e importanti di Roma. Insieme al taglio del nastro, infatti, fu tagliata anche la “regina viarum”: all’altezza del chilometro 44+800 le prime due corsie d’asfalto della “circonvallazione” (che poi diventeranno quattro e infine sei) tranciano di netto la storia. Perché questo, in definitiva, è l’Appia: storia di Roma in tutte le sue possibili letture e declinazioni, dai primi insediamenti organizzati alla mitica fondazione, dalle leggende alle imprese di donne e uomini che nei secoli hanno avuto un ruolo di primo piano.
Attorno all’Appia si è quindi sviluppata una parte di città che non è solo antica e di grande rilevanza storica, ma ha dentro tutte le caratteristiche di Roma come l’abbiamo studiata sui libri scolastici, come ce l’hanno raccontata i nostri nonni e i genitori e, infine, come ce l’hanno descritta i media che negli ultimi decenni si sono spesso occupati della crescita disordinata e talvolta aggressiva della metropoli. Fu infatti con quel primo pezzo di GRA che ripresero – e in grande stile – la speculazione edilizia e i vari tentativi di sacco sull’Appia e sui territori circostanti. Le mire sul Parco della Caffarella, tanto per ricordare l’esempio più eclatante, non si erano mai sopite, ma dai primi anni Cinquanta subirono nuove spinte e videro all’opera nuovi organizzatori di vere e proprie razzie.
Lo scempio, negli anni, ha avuto ovviamente molte facce e altrettante complesse vicende, alcune delle quali piuttosto note: dal sorgere di lussuose residenze nate per assecondare le ambizioni di vip del cinema o della politica fino ai progetti folli come la costruzione di un quartiere residenziale attorno alla Villa dei Quintili, un patrimonio dove ancora gli archeologi stanno lavorando e che tutto il mondo ci invidia. E tuttavia, nonostante le ruberie, le prepotenze e il cemento, il quartiere dell’Appio San Giovanni e il territorio che lo circonda, rappresentano per Roma una ricchezza di straordinario valore. Un quartiere dove dire che è passata la Storia corrisponde a un’affermazione così scontata, perfino banale, da necessitare all’istante di alcune indispensabili integrazioni: in questa parte della città sono state scritte alcune delle pagine più significative – memorabili e fondamentali possiamo ribadire – della storia dell’umanità per come ci è stata tramandata.
Ecco che “La Storia dell’Appio-San Giovanni, dalla preistoria ai giorni nostri” non può avere certo l’ambizione di rappresentare un saggio storico “completo” su questa area di Roma. Ma ha l’indiscutibile pregio di costituire un agile e documentato “racconto storico” che dai preistorici vulcani che sono ancora lì, a pochi chilometri di distanza, fino alle vicende più recenti legate all’attualità, ci trasporta in un appassionante viaggio nel tempo articolato in duecento pagine. Il libro, curato da Sara Fabrizi con il coordinamento editoriale di Simona Dolce e le foto di Antonio Tiso, arricchisce la collana sulla Storia di Roma completando così una parte che è realmente decisiva per conoscere, comprendere, amare questa straordinaria “città delle città” che è Roma.
LEGGI come acquistare “La Storia di Appio-San Giovanni”