Ogni quartiere di Roma è diverso dagli altri. Anche in questo risiedono la forza e la grandezza della Capitale, metropoli fatta di quartieri ognuno dei quali – per popolazione, estensione, peculiarità architettoniche
e comunità sociale – potrebbe essere paragonato a un capoluogo di provincia (o anche di regione) del Paese. La diversità, quindi, come elemento di ricchezza e di fascino, specie se poi qualcuno è più “diverso” dagli altri. Questo è certamente il caso dell’Eur, nato negli anni ’30 del secolo scorso per attuare un ideale urbanistico fortemente innovativo per l’epoca, frenato poi nella sua realizzazione da quella guerra che i suoi stessi artefici (Mussolini in primis) avevano voluto e provocato, e infine portato a termine per volontà dei primi governi del Dopoguerra.
Chiunque oggi arrivi all’Eur per la prima volta, si sorprende al punto da dire: “Non sembra neanche di essere a Roma”. Dimenticando, forse, che la Capitale raccontata da milioni di immagini, siano esse film o documenti giornalistici, è molto di più della comunicazione spesso stereotipata alla quale il mondo è abituato. Ci sono sì il Colosseo e i Fori, il Pantheon e il Parlamento, piazza di Spagna e Villa Borghese, ma ci sono anche i quartieri di cui non si parla frequentemente, le periferie di alveari umani senza servizi e le minicittà satellite di cui ci si occupa solo quando la cronaca (nera, di solito) costringe a posarvi lo sguardo. Ecco, in questo complesso scenario, l’Eur fa storia a sé. Completamente. Non è né centro né periferia, non è “fiore all’occhiello” né “vergogna da nascondere”. È semplicemente l’Eur, un pezzo della Capitale che per i suoi spazi e le sue strade potrebbe sembrare Milano, o Boston, o una città del Nord-Europa, mentre invece sopra di sé ha il cielo di Roma e ne è la porta verso sud: certamente il suo ingresso più suggestivo.
E proprio questo suo essere rivolto a sud, fa dell’Eur (e dei suoi dintorni) un’area di Roma ricchissima di storia, fin dalla preistoria ai giorni nostri. Il libro curato da Michela Micocci con il coordinamento editoriale di Simona Dolce e le foto di Sara Serpente, costituisce un racconto appassionante e denso di vicende che vanno dalle primissime testimonianze umane al periodo romano, dal medioevo alle epoche successive fino alle drammatiche vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, con i sanguinosi combattimenti e i sacrifici umani, le deportazioni e le nuove comunità come, per esempio, quella Giuliano-Dalmata. In tutto questo, alcune autentiche “perle” storiche antiche e recenti, come la presenza dei Templari o la nascita della famigerata banda della Magliana, che nel quartiere ebbe appunto una delle sue basi operative.
Oggi l’Eur, tra nuovi, prestigiosi insediamenti e importanti progetti di riqualificazione, è certamente uno dei quartieri di Roma con le maggiori potenzialità, naturalmente proiettato verso il futuro, forte com’è di spazi e di infrastrutture ma anche di monumenti e altri luoghi di attrazione. Questo libro, edito da Typimedia nella collana storica “CommunityBook: La Storia di Roma”, oltre a una modesta funzione divulgativa, ha anche il pregio di ricordare che là sotto, dove oggi scorrono strade a sei corsie e svettano torri scintillanti, ci sarebbe ancora molto da recuperare e valorizzare. Potrebbe essere un modo ulteriore per far conoscere e apprezzare un quartiere romano “che non sembra neanche Roma”.
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