Popolare e autentico, ricco di storia e delle storie umane più diverse, il Tuscolano è certamente tra i quartieri che meglio rappresentano l’anima di Roma, o perlomeno una certa idea di Roma: quella della metropoli cresciuta dal basso, spinta dalla forza spesso disperata di migliaia di persone arrivate da luoghi diversissimi tra loro e poi concentrati in un’area enorme dove l’urbe non c’era ma andava
inventata. E così è stato, con tutte le implicazioni e le contraddizioni che un processo simile può comportare.
“La Storia del Tuscolano, dalla preistoria ai giorni nostri”, racconta questo grande quartiere romano che dalle soglie del centro, cioè da San Giovanni, si proietta nel quadrante sud-orientale della Capitale comprendendo zone che una volta erano considerate periferie e spingendosi ad abbracciare aree che oggi sono la nuova periferia: si va da Cinecittà a Centocelle, dal Quadraro a Don Bosco fino a toccare e oltrepassare il Grande raccordo anulare, percorrendo quella Tuscolana che venne costruita appunto per arrivare all’antichissima Tuscolo, distrutta dai Romani e di cui oggi restano importanti testimonianze archeologiche.
Il volume, curato da Sara Fabrizi con il coordinamento editoriale di Simona Dolce e le foto di Antonio Tiso, ripercorre la storia di questa parte di Roma fin dall’alba dell’umanità, ricostruendone le prime tracce con i ritrovamenti più significativi e alcune sorprendenti vestigia: catacombe, sepolcri, mausolei, e poi le Mura Aureliane, gli acquedotti e le fortificazioni dei barbari, che sfruttarono le stesse architetture romane per realizzare i propri accampamenti. Una ricchezza che la storia ci regala attraverso le vicende di personaggi e la rievocazione di eventi il cui complesso ci fa guardare al Tuscolano non più, e non solo, come a un grande quartiere metropolitano, ma ci consente di rivivere il passato alla stregua di un fantastico viaggio sulla macchina del tempo.
Viaggio che – partendo dalla preistoria – giunge fino ai giorni nostri passando attraverso le diverse epoche, incontrando i protagonisti e i fatti che dalla dimensione locale hanno guadagnato immediatamente un’eco nazionale e internazionale. Basti pensare alla sosta di Giuseppe Garibaldi a Villa Fiorelli, ai voli di Wilbur Wright, all’attentato (fallito) contro re Umberto I sulla via Appia Nuova. E quanto più ci avviciniamo alle epoche recenti, più questo libro ci aiuta a comprendere il presente, ricostruendo i secoli di sofferenze, di privazioni e di lotte che la gente del Tuscolano ha dovuto vivere e sopportare, spesso anche solo per sopravvivere.
In questo senso, tra le pagine più emozionanti vi sono sicuramente quelle legate al periodo della Seconda Guerra Mondiale e alla Resistenza. Dai bombardamenti che fecero strage di tanti innocenti, come quello del 13 agosto 1943, ai rastrellamenti delle famiglie di origine ebraica, che nel quartiere trovarono rifugio in un luogo come l’Istituto Pio XI, fino agli episodi più eroici di un antifascismo spesso spontaneo,
questo pezzo della storia del Tuscolano è tuttora motivo di rievocazioni e di legittimo orgoglio. Il “nido di vespe” – per usare la definizione che i nazisti diedero alla zona calda del Quadraro – in realtà è sempre stato un grande alveare pieno di vita e di energia. L’intero Tuscolano oggi è “città nella Città”, una parte di Roma dove la vita non è mai stata facile ma dove la Capitale custodisce alcune delle sue memorie più commoventi e significative.
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