Di molti luoghi si ama dire, e sottolineare, che “qui passò la storia”. Ci sono paesi e sperduti angoli d’Italia (e del mondo) debitori della loro notorietà a un fatto o a un personaggio che per secoli hanno meritato l’attenzione di ricercatori e studiosi. Ma quando si parla di Roma, non è sbagliato affermare che “qui si fece la storia”. Più che “passare”, da Roma la storia ha avuto inizio, o comunque qui ha conosciuto, per svariati secoli, uno dei suoi crocevia di maggior significato.
Roma per molti è la Storia. E la Storia, oggi, sembra gravare su Roma con tutta la sua pesantissima eredità tenendola attaccata al passato, quasi che la nostalgia e i malinconici rimpianti per la grandezza che fu finiscano con il costituire una zavorra e un continuo impedimento a immaginare un futuro da grande capitale del Terzo millennio. Alla fine di questo 2017, anno in cui va in stampa questo volume, la Città Eterna vive tutte le ansie e le contraddizioni di una metropoli tanto bella e affascinante quanto inadeguata a confrontarsi con le grandi e dinamiche metropoli della competizione globale.
La sfida che Roma oggi ha davanti a sé è estremamente complessa. Da un lato la conservazione di un patrimonio inestimabile e la sua valorizzazione. Dall’altro uno scatto culturale, sprovincializzante e ambizioso, che la rendano realmente competitiva nei circuiti socio-economici della comunicazione globale. Innovazione da un lato, riscoperta dei suoi tratti più genuini e caratteristici dall’altro. In sintesi estrema: buongoverno e una classe dirigente adeguata ai tempi che abbiamo di fronte.
È per questo che noi pensiamo si debba (anche) ripartire dai quartieri.
La vera forza di Roma sta nei suoi quartieri, vere e proprie città nella Città, comunità ricche di energie e di possibilità, sopravvissute alle inefficienze e alle amnesie di una classe politica concentrata per molti anni sulla facile visibilità e sulla promozione di se stessa attraverso operazioni di scarso impatto reale sulla comunità ma di sicuro effetto mediatico. I quartieri, dei quali potremmo dire: nati e cresciuti “nonostante” la Roma della politica e degli affari. Quella Roma che passa tra Campidoglio, Palazzi del governo e Centri di potere, con un’idea di Città che non contempla le comunità “locali” dove si svolge la vita vera ma predilige invece la variopinta comunità virtuale, spesso avida e rapace, che ruota attorno agli obiettivi di lobby e alle aree di privilegio.
C’è una Roma dei quartieri che custodisce la storia e la memoria, che si conosce e si riconosce, che si chiama per nome e che ama i luoghi in cui vive perché essi hanno significati, contengono ricordi, esprimono valori. Una Roma che sa – per esempio – che solidarietà può essere una parola tanto bella quanto vuota perché spesso usata a sproposito. Solidarietà, nei quartieri di Roma, è ancora farsi una cortesia, rispondere a una domanda, partecipare alla gioia o al dolore di un vicino, farsi carico di un problema che non è personale ma di tanti. Tutto questo, e molto altro ancora, a Roma c’è tuttora perché c’è sempre stato, a dispetto dell’immagine che invece viene propagata da quelli che vogliono solo apparire e sfruttare.
È vita vera, quella che si respira nelle strade dei quartieri. Non diversamente dalle molte città della provincia italiana, dove ogni strada, ogni palazzo e ogni angolo hanno una storia che per quella comunità ha un significato.
Il Trieste-Salario è uno dei tanti quartieri della Capitale. Uno “specialissimo” quartiere, così come – ciascuno con le proprie caratteristiche – ogni quartiere romano è altrettanto “specialissimo”. Dopo il volume di CommunityBook che ha raccontato il Trieste-Salario attraverso cento (più uno) personaggi, abbiamo voluto tracciarne la storia fin dagli albori dell’umanità. Il libro curato da Sara Fabrizi, con il coordinamento editoriale di Simona Dolce e il contributo di immagini di Giada Patrizi, ripercorre le vicende di questa parte della Capitale divenuta ufficialmente “quartiere” solo in epoca relativamente recente, ma ricca di fatti e personaggi che conferiscono alla narrazione un interesse e un fascino davvero straordinari.
Nessuna pretesa di essere esaustivi, nessuna presunzione di infallibilità. Semmai l’ambizione di realizzare una ricerca e un racconto quanto più divulgativi e lineari per avvicinare anche quelle persone che magari non hanno mai avuto l’occasione di approfondire la storia e la memoria del quartiere. Un lavoro all’insegna della semplicità ma lontano da semplificazioni banali e da luoghi comuni, perché condotto con metodo professionale e con la cura e la verifica puntuale delle fonti. Realizzarlo ci è piaciuto molto. Ci auguriamo che vi piaccia leggerlo.
LEGGI come acquistare “La Storia del Trieste-Salario”