Per spiegare il Portuense a chi non è di Roma o comunque non conosce bene i molti quartieri della Capitale, potrebbe essere sufficiente citare un paio di luoghi che sono noti non solo in tutta Italia ma probabilmente nel mondo. Uno di questi è Porta Portese, location del più famoso mercato romano, per dire che proprio da lì parte la via Portuense, che è poi la strada attorno alla quale il quartiere omonimo si è sviluppato nei secoli. E un altro luogo potrebbe essere lo Spallanzani, l’ospedale punta d’eccellenza della sanità italiana che in tempi recenti è diventato simbolo della lotta alla pandemia di Coronavirus.
Ma in realtà, se davvero volessimo riferirci a un luogo che, da solo, rappresenti meglio di ogni altro il quartiere, probabilmente dovremmo parlare del Drugstore Gallery Portuense. Un drugstore, proprio così. Che in precedenza è stato anche supermarket e pure concessionaria d’auto. Che ha subito attentati e atti vandalici. Ecco che nella storia, per certi versi incredibile di questo luogo al civico 317 della via Portuense, si trovano rappresentate e condensate tutte le straordinarie ricchezze e le altrettanti sorprendenti contraddizioni di Roma.
Qui, attraverso vicende che nel libro troverete ben narrate, sono custoditi mosaici, tombe, dipinti e altri resti di età imperiale che lasciano letteralmente a bocca aperta. Ma non solo: nello stesso percorso di visita c’è una tomba molto speciale. È quella del “Guerriero della Muratella”, scheletro con corredo di frecce e utensili in selce e rame risalente all’eneolitico, quindi databile fra il 3700 e il 2300 a.C. In pratica, un contemporaneo del famoso “Uomo del Similaun” (conosciuto anche come Ötzi) custodito al museo di Bolzano e meta di visite da tutto il mondo.
Ora, se paragoniamo la notorietà e la comunicazione che in questi anni si è fatta sulla mummia altoatesina con quella fatta per il “Guerriero della Muratella”, si capisce quale sia oggi il grado di consapevolezza e di capacità turistico-imprenditoriale di Roma rispetto alle proprie potenzialità. Certo, Roma ha il Colosseo e i Fori Imperiali e altre centinaia di attrazioni celebrate nel mondo. Ma ce ne sono molte altre – sconosciute ai più – che potrebbero diventare il patrimonio turistico-culturale dei suoi quartieri, con la possibilità di differenziarsi dall’offerta tradizionale e di ricavarsi un’autonoma opportunità.
Parliamo di quartieri romani – serve sempre ricordarlo – che per estensione e popolazione sono equiparabili a capoluoghi italiani e che potrebbero sviluppare percorsi nuovi e assolutamente originali costruendo una propria narrazione e una propria strategia turistico-culturale.
In questo senso la lettura de La Storia del Portuense, dalla preistoria ai giorni nostri, curato da Giorgio Laurenti, è certamente un modo per comprendere come anche quartieri considerati “periferici”, possano riservare pagine di grande fascino e di grande suggestione. Il volume si iscrive di diritto nello speciale elenco dei “testi sorprendenti” di cui è ormai ricca la collana di Typimedia dedicata alla Storia di Roma. Un racconto che, fin dallo sviluppo dell’Urbe verso la costa e i suoi approdi tirrenici, ci presenta eventi, personaggi e vicende storiche per un viaggio nel tempo che arriva fino all’attualità più recente e ci lascia, una volta di più, con la consapevolezza di quanto sia unica e straordinaria questa città.
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