L’imperatore Commodo, figlio dell’imperatore filosofo Marco Aurelio, viene assassinato. Soprannominato l’Ercole romano, durante i dodici anni di principato, nonostante la fama di despota, Commodo esercitò un’ampia tolleranza religiosa, ponendo fine alle persecuzioni contro i cristiani che ricominciarono dopo la sua morte. L’attentato venne messo in atto il 31 dicembre 192, vigilia dell’insediamento dei nuovi consoli che tentarono di avvelenarlo durante un banchetto. L’Imperatore, però, credendo di sentirsi appesantito dal lauto pasto chiese ai domestici di aiutarlo a vomitare, salvandosi così inconsapevolmente. Avendo mancato il bersaglio e temendo di poter essere presto scoperti, i congiurati si rivolsero all’istruttore personale dell’imperatore, il quale, spinto dalla promessa di una ricca ricompensa, strangolò quella sera stessa Commodo.