Il 13 maggio 1929, l’antropologo Sergio Sergi riceve nel suo studio il duca Mario Grazioli. Il nobile gli consegna un involto, al cui interno c’è un oggetto rinvenuto giorni prima nella sua cava di ghiaia, a Saccopastore, lungo l’ansa dell’Aniene. Si tratta di un cranio fossile, appartenuto a un essere umano vissuto centinaia di migliaia di anni fa. Per alcuni tratti, assomiglia all’Uomo di Neanderthal. Ma ha anche caratteristiche più primitive. Per questo gli verrà dato un suo nome: è l’Uomo di Saccopastore. O la donna, se vogliamo. Il cranio, infatti, appartiene a un individuo di sesso femminile. Nello stesso sito, nel 1935, verrà rinvenuto un secondo cranio dello stesso tipo.
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