Il 16 giugno 1894, mentre sta percorrendo in carrozza via Gregoriana, il presidente Francesco Crispi viene assalito a colpi di pistola dall’anarchico Paolo Lega. Il cocchiere, però, ha abbastanza prontezza da mettersi in mezzo, impedendo ai proiettili di andare a segno. L’attentatore viene subito arrestato. Dietro il suo gesto c’è il desiderio di colpire al cuore uno Stato che reprime nel sangue qualsiasi moto di protesta. Crispi riceve l’appoggio e la solidarietà di tutto l’arco parlamentare che, nei mesi successivi, approva leggi liberticide.
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