“Nido di Vespe”. Così i nazisti definiscono il Quadraro. Una borgata ribelle, che dà rifugio a partigiani e perseguitati politici. Una sacca di Resistenza che non può essere tollerata. Per questo organizzano un grande rastrellamento, che scatta all’alba del 17 aprile 1944. Il quartiere viene circondato e passato al setaccio. Tutti gli uomini vengono trascinati in strada sotto la minaccia delle armi. Dopo averli schedati e smistati, quelli abili al lavoro finiscono agli studios di Cinecittà, dove è stato allestito un campo di prigionia. Giorni dopo, verranno deportati in Germania e Polonia. Molti di loro riusciranno a tornare soltanto dopo la fine del conflitto.
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