Il grande pensatore e politico Antonio Gramsci muore a Roma il 27 aprile 1937, in un letto della clinica Quisisana. La sua agonia comincia due giorni prima, a causa di un’improvvisa emorragia cerebrale. Quella sera stessa ha ricevuto la notizia che la sua pena detentiva è stata sospesa. Gramsci, infatti, è prigioniero da oltre dieci anni, da quando, l’8 novembre 1926, è stato arrestato in violazione della sua immunità parlamentare. Il regime fascista cerca di isolarlo e metterlo a tacere. Ma, pur in cella e sofferente a causa delle sue gravi condizioni di salute, Gramsci continua a pensare e scrivere. È proprio durante la prigionia che nascono i “Quaderni dal carcere”.
SCOPRI come acquistare “La Storia del Nomentano” di Typimedia editore