“Damose da fa’ e volemose bbene”. Questo l’invito, in dialetto romanesco, rivolto a braccio da papa Giovanni Paolo II nei confronti dei parroci e preti romani, ricevuti il 26 febbraio 2004 in Vaticano per il tradizionale incontro di inizio Quaresima. Il Pontefice (foto di Eric Draper da Wikipedia) non è rimasto insensibile all’intervento fatto da un parroco che sottolineava, in modo scherzoso, il fatto che tutti i pellegrini del mondo vengono salutati da Giovanni Paolo II nelle loro lingue, anche le più difficili, mentre i romani non sentono praticamente mai il loro vescovo parlare in dialetto. Quando è stato il momento del suo discorso conclusivo, il pontefice ha riassunto brevemente le sue parole e ha concluso l’intervento a braccio, traducendo alcuni concetti in romanesco.
“Damose da fa’ e volemose bene”: Giovanni Paolo II parla in romanesco ai parroci di Roma
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