Il Trullo è una delle dodici borgate storiche romane, sorta in epoca fascista per dare rifugio agli sfollati. La zona ha pertanto molte case popolari, aumentate negli anni che hanno seguito la caduta del regime, e molte situazioni difficili che l’hanno fatta considerare zona malfamata e da evitare.
Da un po’ di anni, però, il Trullo ha iniziato ad attrarre un vasto numero di visitatori, incuriositi dall’operato dei Pittori Anonimi del Trullo e dai Poeti Anonimi del Trullo che si definiscono metroromantici, unendo così il Romanticismo Ottocentesco alla città metropolitana. La loro unione vuole spingere le persone, attraverso disegni e parole, a riflettere sulla realtà che le circonda. Si è così riempito di colore il grigio delle case popolari, il mercato, la scuola.
Tra le opere simbolo, in via di Massa Marittima, c’è la Nina– protagonista di un’antica canzone romanesca del primo Novecento- realizzata dell’artista Solo e accompagnata dai versi de Er Bestia. Il Trullo ha un’alta concentrazione di tributi alle donne: c’è Gabriella Ferri, Frida Khalo, Samantha Cristoforetti, Marina Abramović, Greta Thunberg. Nella piazzetta all’angolo di via Campagnano troviamo invece l’omaggio a Laura, una stella del quartiere che non c’è più e che Solo, che è cresciuto proprio al Trullo, ha deciso di ricordare con il suo murales, accompagnato dai toccanti versi dei Poeti del Trullo.
In via del Trullo troviamo invece un’opera di Gomez intitolata Ovunque sono e dedicata a Mario D’Amico, il pioniere del movimento di rigenerazione urbana, a ribadire ancora lo stretto legame tra cittadini ed artisti. Al Trullo non c’è muro, serranda, panchina a cui non sia stata data una nuova vita. E da qui è passato anche l’ormai famosissimo Jorit che ha realizzato Il Campione, un omaggio all’omonima pellicola di Lorenzo D’Agostini che ha girato la maggior parte delle scene proprio al Trullo. E dato che Er Quercia suggerisce che “Tutta questa fretta vi ucciderà”, prendetevi qualche ora per visitare i numerosissimi muri del Trullo. Tornerete a casa pieni di Romanticismo metropolitano: ’’chi getta semi al vento fa fiorire il cielo’’!
(Giulia Torrisi)