“Le bombe continuano a piovere, senza sosta, la terra continua a tremare, i palazzo colpiti crollano”. Sono parole di Don Libero Raganella, sacerdote dell’Opera San Pio X, scritte nel suo diario, in quel giorno, il 19 luglio 1943, quando il quartiere di San Lorenzo viene devastato da un bombardamento degli Alleati. Alla fine saranno oltre 700 i morti a San Lorenzo e circa 3.000 in tutta Roma.
La foto di Lorenzo Mattei tratta dal volume Come eravamo San Lorenzo edito da Typimedia si riferisce a Piazza dei Sanniti, nel quartiere San Lorenzo, nelle ore successive al bombardamento, quando le rovine riempivano ogni strada e ogni piazza.
Anche la Chiesa di San Lorenzo fuori le mura fu completamente distrutta, come testimonia la foto che segue, sempre tratta dal medesimo volume di Typimedia.
Alla fine di quella terribile giornata, davanti alla Basilica di San Lorenzo, a sera, da una grande auto nera uscirà Papa Pio XII, allargando le braccia come per abbracciare la gente di San Lorenzo: portò conforto alla popolazione e benedisse le vittime, ma si racconta anche che distribuì fogli da mille lire.
Francesco De Gregori, con una musica da ballata popolare, ha ricostruito quell’atmosfera: “Cadevan le bombe come neve…”. E poi, riferendosi proprio alla visita del pontefice nel quartiere ferito a morte, De Gregori trova una sintesi folgorante e piena di emozione: “E il Papa la mattina da San Pietro uscì tutto da solo tra la gente. E in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali. Sembrava proprio un angelo con gli occhiali”.
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