“Er Fontanone” di via Garibaldi è considerato una vera icona. Cantato da Antonello Venditti in Roma capoccia e immortalata nella pellicola di Sorrentino, premio Oscar, La Grande Bellezza, la Fontana dell’Acqua Paola crea un’atmosfera molto suggestiva. L’epiteto romano si ritrova anche nei memoriali più antichi, come quello di monsignor Alfonso Titta del 1694.
Il monumento è stato voluto da papa Paolo V, discendente della nobile famiglia dei Borghese, e viene inaugurato il 16 marzo 1612. Sopra l’architrave campeggia il suo emblema: un grande stemma con un drago e un’aquila. Quando l’acqua sgorga per la prima volta il pontefice può dirsi molto soddisfatto, mentre molto meno il popolo che si è visto imporre pesanti tasse sulla carne e sul vino per sostenere le spese necessarie a portare l’acqua fin quassù. L’opera porta la firma di Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio, fa da mostra terminale ai grandi lavori per il ripristino di un acquedotto. Difatti le zone di Trastevere e Borgo soffrono di una cronica carenza idrica, così come occorre far arrivare l’acqua anche ai Giardini vaticani. Vengono riattivate per lo scopo le condotte dell’Acquedotto Traiano che attinge dal bacino del lago di Bracciano.
Molti dei materiali utilizzati nella decorazione del Fontanone sono di spoglio: i marmi bianchi e policromi del Tempio di Minerva e dal Foro romano, le colonne di granito recuperate dal cantiere della vecchia Basilica di San Pietro. Nel 1690 l’opera viene ampliata con imponenti opere di terrazzamento per creare il grande piazzale davanti alla fontana.
Un racconto dettagliato di questo luogo, e altri cento, è presente nel volume Monteverde Gianicolo. I 100 (+1) luoghi della storia, a cura di Sara Fabrizi, edito da Typimedia editore, 2022.