Il culto dell’antica dea Anna Perenna era focalizzato sulle colline dei Parioli. Proprio in quest’area è stata ritrovata la cosiddetta Fonte di Anna Perenna dove era venerata la dea. Festeggiata alle idi di marzo, rappresenta e incarna il flusso continuo di energia vitale che continuamente genera gli esseri e le forme.
Si celebrava nel bosco consacrato al suo nome che si estendeva sugli attuali colli Parioli. Centro del bosco era la Fonte, dove ci si immergeva e si gettavano monete, esattamente come oggi i turisti fanno nella fontana di Trevi. Gli archeologi ne hanno ritrovate 640, di varie epoche. I seguaci della dea, uomini e donne, abbandonavano ogni rigidità morale per godere la vita nei suoi aspetti più immediati. Si mangiava a sazietà, fiumi di vino scorrevano senza posa, perché ogni coppa di vino che si riusciva a mandare giù simboleggiava un anno in più da vivere, e si faceva sesso per propiziarsi un anno prospero. Il nome Anna, può derivare sia dalla parola amnis, cioè fiume o corrente, sia da annus, come protettrice del benessere e della fecondità dell’anno.
L’origine della divinità è controversa. Quella riportata da più fonti racconta che Anna è la sorella di Didone, che dopo la morte della regina segue Enea nel Lazio. Lavinia però è gelosa e la fa annegare nel fiume Numico dove la donna si trasforma in una dea.
(Gianluigi Spinaci)