“Che ne diressivo voantri si noantri quanno venissimo alle feste de voantri ce comportassimo come ve comportate voantri alla festa de noantri?”. Questa frase, rivolta da un giovane trasteverino a un forestiero intento a importunare una ragazza durante le celebrazioni della Vergine del Carmelo, dà il nome alla Festa de’ noantri, festa di Trastevere e dei suoi abitanti, che si svolge per otto giorni dal sabato successivo alla ricorrenza religiosa della Madonna del Carmine, il 16 luglio, e in onore della quale si tiene una grande processione per le vie del rione. “Noantri” appunto, noi trasteverini, in opposizione a “voantri”, quelli degli altri quartieri.
Secondo una tradizione che va avanti da quasi cinque secoli e che suscita ancora oggi un’emozione difficile da descrivere, la storia di questa festa ha origine nel 1535. Come racconta la leggenda, proprio in quell’anno anno, una grande statua di legno di cedro raffigurante la Madonna viene rinvenuta nei pressi della foce del Tevere, all’altezza di Fiumicino. Qui entra in scena una comunità molto presente a Trastevere a quel tempo, quella dei còrsi, che in seguito a questo episodio si lega ancor più strettamente al quartiere.
Sono proprio i còrsi a consegnare la statua della Madonna rinvenuta nel Tevere ai frati carmelitani (da cui il nome Madonna del Carmine) della basilica di San Crisogono, in viale Trastevere, i quali riconoscono in essa la Vergine alla quale è intitolato il loro ordine. La Madonna Fiumarola diventa così la protettrice dei trasteverini.