“Alberto Sordi era il più bravo. Era il più grande, era come Ribot. Era come Petrolini. Era come Pelé. Era come Sugar Ray Robinson. Era come Louis Armstrong. Era un’altra categoria. Era il più buffo, ma soprattutto era il più spiritoso, ed era un gran signore. Un signore di origini popolari. Dunque, il più bel signore che un signore può essere”. Con queste parole del regista Enrico Vanzina si chiude il libro di Nicola Manuppelli “A Roma con Alberto Sordi”, una guida di Roma attraverso il grande attore e i suoi personaggi, la sua vita e le sue pellicole.
Sordi e Roma si identificano, si compenetrano, e non c’è posto di Roma dove non ci sia qualcosa di “Albertone”. Dall’infanzia e i difficili esordi alla radio e il successo col cinema, dal natio rione di Trastevere alla Galleria Colonna, da San Lorenzo al Colosseo, dal Ghetto a Cinecittà, fino al Campidoglio e alla famosa Villa Sordi, una serie di aneddoti, storie, leggende sull’attore più famoso di Roma.
In questa raccolta di racconti romani che hanno al centro Alberto Sordi, a sfilare sono i luoghi di Roma accanto a eccezionali “spalle” come Fellini, De Sica, Monicelli, Oliver Hardy, Sonego, Monica Vitti, Fabrizi che hanno animato la città eterna. Ma anche le persone del popolo che di quella città amata da Sordi sono il sangue e l’anima. Così, da un luogo a un altro, con gli occhi di Sordi, Roma diventa il grande romanzo picaresco italiano.
(Gianluigi Spinaci)