Chissà cosa penserà Pietro Gentilini mentre, nella Fabbrica di Biscotti che porta il suo nome, sorveglia a braccia conserte quella fila di panettoni appena sfornati. Pare orgoglioso di quel dolce che durante le feste natalizie caratterizzava la produzione della storica azienda dolciaria collocata proprio nel cuore del Trieste–Salario, all’angolo tra via Alessandria e via Novara.
I due operai sembrano intimiditi dalla presenza del “padrone”, e comunque attenti a non far cadere neppure uno di quei gioielli appena usciti dal grande forno, strumento prezioso per un pioniere dell’arte dolciaria come Pietro Gentilini.
La foto, tratta dal volume “Come Eravamo Trieste Salario” (Typimedia Editore), risale al primo decennio del Novecento, e fa parte di una preziosa serie di scatti che riguardano questa pionieristica azienda dolciaria che, annessa allo stabilimento, aveva anche il punto vendita. Il primo successo commerciale è legato a un’intuizione di Pietro Gentilini: il biscotto Osvego, chiara derivazione di quello anglosassone che si chiamava Oswego.
(Daniele Magrini)
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