Il 5 luglio 1658, Campo de’ Fiori accoglie il tristo spettacolo dell’impiccagione di cinque donne, accusate di veneficio. Hanno venduto a diverse clienti un preparato di acqua distillata e arsenico, utilizzato per assassinare i mariti senza destare sospetti di sorta. Si tratta della cosiddetta “acqua tofana”, un veleno messo a punto dalla siciliana Giulia Toffana. In quel periodo, è giunta a Roma la sua figliastra, Girolama, che ha ereditato la ricetta del veleno e proseguito la “missione” della matrigna. A tradirla, la confessione di una cliente pentita. Girolama e quattro sue amiche, che la aiutavano a smerciare il filtro, finiscono sul patibolo, mentre 46 mogli, ree di averlo utilizzato, vengono murate vive nel carcere dell’Inquisizione.
In Campo de’ Fiori vengono impiccate cinque donne, accusate di aver avvelenato i mariti con acqua distillata e arsenico
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