Una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere al rione Sant’Angelo
È il più piccolo di Roma, ma anche uno dei più particolari: il rione Sant’Angelo si trova sulla sponda sinistra del Tevere, proprio davanti all’Isola Tiberina. Deve il suo nome alla chiesa di Sant’Angelo dove si teneva l’antico mercato ittico, ed è famoso soprattutto perché comprende al suo interno il Ghetto Ebraico. Tra le sue vie cariche di storia si trovano monumenti di grande fascino, locali suggestivi e osterie dove provare la particolare cucina kosher e giudaico-romana.
1. Passeggiare nel complesso archeologico del Teatro Marcello
Perdetevi nella storia passeggiando attraverso il percorso pedonale che si snoda attraverso il complesso archeologico del Teatro Marcello, area preziosa per la sua architettura romana perfettamente conservata. L’opera più notevole è il Teatro Marcello (11 a.C.), grandiosa costruzione di 130 metri di cui oggi rimane solo una parte, usata come modello per costruire il Colosseo e primo teatro di Roma dedicato alla poesia e alla musica. Fanno parte del complesso anche il Tempio di Bellona e il Tempio di Apollo.
2. Visitare il Ghetto Ebraico
Istituito nel 1555, il Ghetto Ebraico di Roma è il secondo più antico del mondo dopo quello di Venezia. Occupa una buona parte del rione Sant’Angelo ed è un gioiello di vicoli affascinanti come via delle Reginelle e via del Tempio e di scorci come piazza Mattei, abbellita dalla Fontana delle Tartarughe realizzata da Bernini. Il Ghetto fu teatro della persecuzione nazifascista, che culminò il 16 ottobre 1943 con uno dei più grandi rastrellamenti di ebrei della storia: i loro nomi sono impressi nelle “memorie d’inciampo”, sampietrini ricoperti da una lastra d’ottone.
3. Assaggiare la cucina giudaico – romanesca
Uno dei motivi principali per cui si visita il Ghetto è assaggiare la prelibata cucina giudaico-romanesca, un concentrato di gusto che ha influenzato la gastronomia locale. Potete provarla da Nonna Betta, cucina di un’antica casa ebraica che porta in tavola i piatti tradizionali seguendo il kosher-style: vietato mescolare la carne con i derivati del latte. Scegliendo il menù degustazione avrete un assaggio dei cavalli di battaglia, tra cui il carciofo alla giudia e gli aliciotti.
4. Ammirare il Portico d’Ottavia
Unica porta rimasta a limitare l’area del Circo Flaminio, il Portico d’Ottavia fu costruito tra il 27 ed il 23 a. C. da Augusto in onore di sua sorella Ottavia. Quello che vediamo oggi sono le parti restaurate nel 203 dopo un grande incendio che distrusse il complesso originale, ovvero l’angolo sudorientale e il vestibolo d’accesso. A ridosso del Portico venne costruita, alla fine del VIII secolo, la chiesa di S. Angelo in Pescheria, che infatti ingloba all’interno una delle colonne posteriori e parte del timpano.
5. Visitare il Tempio Maggiore
Maestosa con le sue forme assiro-babilonesi, la grande Sinagoga venne inaugurata nel 1904 e ancora oggi è un punto di riferimento culturale per l’intera comunità ebraica. Visitabile dalla domenica al giovedì, il tempio è un’opera architettonica notevole, con decorazioni in stile liberty, vetrate raffinate, dipinti e un interno riccamente decorato con motivi orientali. Al piano interrato ospita il Museo della comunità ebraica di Roma e il Tempio Spagnolo, una piccola sinagoga arredata dalle “cinque scole” presenti nell’antico Ghetto.
6. Scoprire la chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli
Ex voto barocco realizzata nel Seicento per custodire un’icona ritenuta miracolosa, la chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli colpisce fin dall’esterno, con la sua facciata interamente in travertino e la cupola ricoperta di tegole. L’interno è un tripudio di arte dominato da uno scenografico altare maggiore costruito intorno all’icona, preziosa opera in smalti e lamina di rame dorato. Nelle cappelle laterali si possono ammirare opere dei più celebri pittori del barocco romano: Sebastiano Conca, Giovanni Battista Gaulli e Luca Giordano.
7. Assaggiare i carciofi alla giudia di Giggetto
Non potete lasciare il Ghetto senza essere andati a provare i carciofi alla giudia di Giggetto al Portico D’Ottavia, dal 1923 uno dei locali più caratteristici del rione. Giggetto è una una vera istituzione nella preparazione di questa specialità, e tra generazioni conquista i palati di turisti e romani con i suoi carciofi spettacolari. Non mancano sul menu altri must della cucina giudaico – romanesca, tra cui i filetti di baccalà, e una ricca selezione di vini conservati in una cantina ricavata dalle antiche fondamenta del Portico d’Ottavia.
8. Visitare il Museo Crypta Balbi
Vasto complesso di che comprende due case di origine medievale e il dormitorio Barberiniano, il Museo Crypta Balbi è una delle sedi del Museo Nazionale Romano, complesso che conserva la raccolta archeologica più importante del mondo. L’allestimento di rione Sant’Angelo permette di ammirare uno scavo archeologico integrale di un complesso annesso al teatro di Balbo (13 a.C.), di scoprire i reperti emersi dai lavori e anche di vedere materiali provenienti da altre aree archeologiche, tra cui quelli dei Fori, del Colle Oppio e del Celio.
9. Gustare una merenda golosa al Forno Boccione
La cucina giudaico-romanesca vanta anche una pasticceria eccellente, e per assaggiarla è solo uno l’indirizzo dove andare: il Forno Boccione, bottega storica nel cuore del ghetto che sforna dalla mattina alla sera prelibatezze irresistibili. La vetrina vi conquisterà subito con la sua esposizione invitante di dolci e biscotti tipici della tradizione: in particolare sono un vero must i mostaccioli e la celebre crostata di visciole e ricotta.
10. Assaggiare un distillato di Clorofilla
Clorofilla è un piccolo locale dall’atmosfera romantica che propone ricette tradizionali stravolte da un pizzico di creatività. Ma il vero fiore all’occhiello del locale sono i distillati. La drink list esclusiva vanta una selezione che spazia dai brand più noti alle raffinatezze quasi introvabili, ed arricchita dalla proposta originale dei premium cocktails, originali mix di ingredienti alcolici ed analcolici preparati da barman esperti. A fare da cornice il concept di Clorofilla: l’immersione nel verde a 360°.
(Martina De Angelis)