Una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere nel Trieste-Salario
“Un quartiere che sembra un paese”, così i suoi residenti definiscono il Trieste-Salario. Incastonato tra via Salaria e via Nomentana, il quartiere è ricco di verde, di belle ville, e di chicche come la “Sedia del diavolo” – il sepolcro di Elio Callistio identificato nel Medioevo come luogo maledetto – e Porta Pia, dove la famosa “breccia” del 1870 segnò l’annessione di Roma al Regno d’Italia.
1. Passeggiare nel verde del Parco Nemorense
Realizzato nel 1930, Parco Nemorense ancora oggi conserva la funzione di parco “di quartiere” per cui è stato creato. Attrezzato con giostre, giochi per bambini e campi di bocce, è il luogo ideale per una tranquilla passeggiata nel verde, in un’area semplice ma raffinata arricchita da viali alberati e un laghetto fiancheggiato da alti pini. È conosciuto anche come Parco Virgiliano, perché venne inaugurato nell’anno del bimillenario del poeta latino Virgilio.
2. Visitare il museo Macro
All’interno dell’ex birrificio Peroni, il Macro – Museo di Arte Contemporanea di Roma è un eccellente esempio di integrazione tra archeologica industriale e architettura moderna. La sede di via Nizza è affascinante con il suo intersecarsi di marmi e vetrate, e all’interno presenta alcune delle più significative espressioni artistiche contemporanee. La particolarità del Macro è che la collezione esposta varia sempre, grazie all’attività di fondazioni culturali, privati e enti che permette di proporre percorsi sempre nuovi.
3. Ammirare il Quartiere Coppedè
All’angolo tra via Tagliamento e via Dora, il Quartiere Coppedè è uno dei luoghi più singolari di Roma. Si tratta di un complesso di 26 palazzine e 17 villini progettati dal fantasioso architetto Gino Coppedè tra il 1915 e il 1927, caratterizzati da un aspetto fiabesco e da un mix molto vario di linguaggi architettonici. Il quartiere si articola intorno a piazza Mincio abbellita dall’incantevole Fontana delle Rane, su cui si affacciano la Palazzina del Ragno e il Villino delle Fate.
4. Passeggiare tra i banchi del Mercato Trieste
Non c’è modo migliore di conoscere l’anima di Roma di visitare uno dei suoi mercati. Il Mercato Trieste è una un vero simbolo del quartiere e della città: i banchi un tempo esponevano la merce lungo tutta via Chiana, mentre oggi sono in una struttura al chiuso. Lo spirito, però, non è cambiato nel tempo. Troverete venditori storici e nuovi produttori interessanti, frutterie e macellerie, olio e vino, formaggi e salumi. E la sera il mercato si trasforma anche in un centro di integrazione culturale.
5. Degustazioni e shopping goloso da Sciccherie
A pochi passi dal mercato rionale vale la pena fare una sosta da Sciccherie, locale dalle molte anime nato nel 2019 e già diventato un punto di riferimento del quartiere. Emporio, bottega di vicinato, gastronomia, dispensa e enoteca, è un posto dove acquistare sciccherie” gastronomiche di selezionati produttori delle varie regioni d’ Italia, ma anche dove sedersi e assaggiare degustazioni dei prodotti in vendita sugli scaffali.
6. Assaggiare le “linguette rosse” di Panis 1890
Se siete in cerca di una colazione salata o di una merenda gustosa, la tappa obbligatoria è Panis 1980 in via Tagliamento. È un forno storico che all’interno espone ancora con orgoglio l’antico bancone in legno, pieno di profumati prodotti da forno dolci e salati, rigorosamente impastanti a mano. Il motivo della sua fama è legato a un prodotto in particolare, le “linguette rosse”, pizzette rosse sfornate ogni tre ore diventate un vero must del quartiere.
7. Passeggiare a Villa Ada
Quarto parco pubblico più grande di Roma, Villa Ada è a cavallo tra il Trieste-Salario e i Parioli. È uno splendido esempio di giardino inglese, con sentieri e laghetti, alberi e viali amati dai romani per correre, per passeggiare o semplicemente per rilassarsi in una giornata di sole. All’interno del parco si trovano anche vari edifici neoclassici, e un bunker antiaereo costruito durante la Seconda Guerra Mondiale per Vittorio Emanuele III: Villa Ada infatti era residenza privata della Casa Savoia.
8. Visitare le Catacombe di Priscilla
Proprio di fronte all’ingresso di Villa Ada, su via Salaria, si trovano le Catacombe di Priscilla, tra le più vaste e antiche di Roma. Risalgono alla fine del II secolo e prendono il nome dalla matrona romana proprietaria del terreno, il cui figlio secondo la storia avrebbe ospitato San Pietro. Durante la visita attraverso i cunicoli sotterranei potrete scoprire le nicchie usate come riparo per la calura estiva, iscrizione greche, dipinti del Vecchio e Nuovo Testamento e un incredibile labirinto di oltre venti gallerie minori che si sviluppano intorno alla principale.
Tra le tante collezioni presenti nell’Orto botanico, una menzione speciale la merita il giardino giapponese progettato dall’architetto nipponico Ken Nakajima. Caratterizzato da giochi d’acqua, piccole cascate e dalla presenza di due laghetti, nel mese di aprile, grazie ai bellissimi ciliegi, arriva al momento di massima fioritura e bellezza.
9. Scoprire il complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le Mura
Sulla via Nomentana si trova una delle più importanti testimonianze dell’eredità artistica tardo romana della città. È il complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le Mura, area in cui sono compresi i ruderi della basilica costantiniana (edificata tra il 337 e il 351 a.C.), il suggestivo Mausoleo di Santa Costanza, prezioso esempio dell’arte del IV secolo, la sfarzosa basilica onorina (voluta da papa Onorio I tra il 625 e il 638) e le catacombe di Sant’Agnese, luogo di sepoltura della giovane martire morta nel III secolo.
10. Assaggiare il “lemoncocco”
A pochi passi dal quartiere Coppedè, in un angolo di piazza Buenos Aires – conosciuta dai locali anche come “piazza Quadrata” – bisogna obbligatoriamente fermarsi da Lemoncocco. È uno dei chioschi più antichi di Roma, in attività da oltre settant’anni. Il motivo della sua fama? Il celebre lemoncocco del nome, bevanda rinfrescante a base di cocco e limone preparata rigorosamente sul momento. La ricetta è top secret, e questo non fa che aumentare il fascino di una bevanda diventata una vera istituzione non solo del quartiere Trieste-Salario, ma di tutta la città.
(Martina De Angelis)