Alle porte di Roma, nelle terre più estreme che difendono la valle collinare dei Castelli Romani, vi è una montagna unica nel suo genere che offre meraviglie agli occhi di chi riesce a conquistarla. Il riferimento è al Monte Guadagnolo (1300 mt d’altitudine) la cui falesia è tra le più apprezzate (e temute) dagli arrampicatori.
La montagna si contraddistingue infatti per una peculiarità: acqua, neve e vento hanno modellato e levigato i pilastri di calcare, creando lunghe spaccature verticali e tantissime fessure orizzontali leggermente inclinate verso l’esterno. E sono proprio queste prese sfuggenti e “al contrario” a contraddistinguere la falesia di Guadagnolo da tutte le altre falesie del Lazio.
Gli agenti atmosferici hanno così modellato la montagna, regalando all’arrampicatore un vasto panorama di diedri, fessure e strapiombi che la rendono meta molto interessante. Suggestivo, poi, il panorama: Guadagnolo è infatti il paese più alto della provincia di Roma. Dalla vetta il panorama è uno dei più belli ed attraenti d’Italia e si spinge dal mar Tirreno al Gran Sasso.
A Est lo sguardo è rivolto verso i Monti Simbruini, a Sud verso il Monte Circeo, l’Isola di Ponza. Ad Ovest c’è la vastità di Roma, ed infine a Nord, Tivoli con il Monte Gennaro e i lontani Monti Reatini con il Terminillo.
Il punto strategico del monte Guadagnolo lo rende percorribile in ogni stagione: il fresco delle mattinate estive permette di scalare a 1.300 metri di quota anche in piena estate quando altrove è impensabile, mentre il sole che irradia la falesia nel pomeriggio rende frequentabile il posto anche in pieno inverno.
La falesia offre tante vie di vario genere, sia facili che difficili, dal 4 al 7b, da appoggiate a strapiombanti. Alcune sono anche lunghe 30-35m e a volte divise in 2 tiri.
Sul versante est della montagna, poi, è presente il Santuario della Mentorella, uno dei più antichi santuari mariani d’Italia e di tutta Europa e meta di numerosi pellegrinaggi durante l’anno.
(a cura di Marco Barbaliscia)