Divenuto alto ufficiale dell’esercito imperiale, Sebastiano era il comandante della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell’imperatore. Quando l’imperatore Diocleziano scoprì che Sebastiano era cristiano esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me”. Lo condannò così a morte, e Sebastiano fu trafitto da un lancio di frecce. Secondo la leggenda, dopo questo martirio fu abbandonato perché i carnefici lo credettero morto, ma non lo era, e fu amorevolmente curato e riuscì a guarire. Cercando il martirio, sarebbe ritornato da Diocleziano per rimproverarlo e questi il 20 gennaio 288 avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
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