A San Lorenzo, in piazza dei Sanniti, tra i localini della movida frequentati da giovani di ogni età, si distingue una vecchia trattoria. Siamo da Pommidoro, una pietra miliare del quartiere. Prima conosciuta come “Il vero Frascati”. La trattoria, tempio della vera cucina romana e simbolo del quartiere, si appresta a riaprire a inizio 2023 dopo due anni di inattività (nella foto sotto, del 1939, tratta da Come eravamo. San Lorenzo 1870-1950 edito da Typimedia).
Quattro generazioni si sono succedute dietro il bancone del locale, da sempre a gestione familiare. E hanno visto passare artisti, letterati, attori, politici. A questi tavoli, si sono seduti personaggi del calibro di Alberto Moravia, Maria Callas, Giorgio de Chirico.
Nel 2020, purtroppo, è venuto a mancare lo storico patron, Aldo Bravi, un’istituzione per San Lorenzo tutto. Con la sua scomparsa, il locale ha dovuto chiudere. Ma gli eredi stanno per rialzare le serrande.
Pommidoro è un crocevia di storie. La più famosa è raccontata da un vecchio assegno da undicimila lire, mai incassato. È stato incorniciato e appeso dietro la cassa della trattoria. In basso si riesce a leggere ancora la firma, un po’ sbiadita: Pier Paolo Pasolini. (nella foto)
È con questo assegno che il celebre poeta e regista paga la sua ultima cena, il primo novembre 1975. Pasolini è un cliente abituale, si vede spesso da queste parti. Quella sera, siede a un tavolo insieme al caro amico Ninetto Davoli e alla sua famiglia. Parlano di un nuovo film, ma anche del campionato di calcio. Poi si salutano. Pasolini si allontana a bordo della sua auto, in direzione della stazione Termini. È lì che incontra Giuseppe “Pino” Pelosi. Con lui partirà alla volta di Ostia, l’ultima tappa del suo percorso. Il mattino dopo, all’alba, il suo corpo senza vita verrà ritrovato sulla spiaggia dell’Idroscalo.
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(Sara Fabrizi)